Compositore italiano. Primo maestro al conservatorio Santa Maria di Loreto a
Napoli dal 1663 al 1674 e in quello della Pietà dei Turchini dal 1673 al
1701, maestro della cappella del teatro di San Gennaro dal 1686 al 1699 e
vice-maestro della cappella reale sotto A. Scarlatti, abbandonò ogni
incarico nel 1701. Per i teatri napoletani compose dal 1653 al 1678 otto opere,
delle quali rimangono
Lo schiavo di sua moglie (1672) e
Difendere
l'offensore, ovvero la Stellidaura vendicata (1674). In manoscritti giacenti
prevalentemente alla biblioteca di Santa Cecilia conserviamo una
Missa
defunctorum a quattro e cinque voci, una Messa a quattro e sette voci,
Beatus vir a una voce e violino, dieci cantate, oltre ad alcune arie e
passioni. Nella sua produzione operistica rivelò notevoli doti
drammatiche, sfruttando anche gli elementi del folclore e della canzonetta
popolare napoletana. Profondo conoscitore del teatro di Monteverdi, abile
nell'uso del contrappunto,
P. viene generalmente considerato il capo
della scuola napoletana. A lui si devono numerosi rifacimenti per i teatri
napoletani di opere veneziane (
Xerse, 1655;
Artemisia, 1657;
Teseo, 1658) (Napoli 1627 circa - 1704).